venerdì 10 giugno 2011

Conoscere vuol dire guardare e innamorarsi

Ma cosa vuol dire conoscere? Che sono le stelle
come lontani respiri di mondi ormai spenti?
che hanno un nome? che ciò che è la loro essenza
abbiamo l'ansia di capirlo? che l'abbiamo pensato?
E se a conoscere sono loro, è loro l'amore
che nell'attraversare la notte trema per noi?
...
Conoscere vuol dire guardare e innamorarsi.
E forse prima ancora noi lo sapevamo
negli occhi di chi per primo ci ha guardati,
e prima ancora in quel mistero del mondo
là dove le stelle che brillano forse permangono.
Così, nel volersi bene, forse, il conoscere.

( Franco Loi , da Aria de la memoria, Poesie scelte 1973-2002 )





Franco Loi è uno scrittore, un critico e un poeta, famose le sue tante poesie in dialetto milanese. Nonostante i suoi 81 anni ancora collabora con varie riviste e quotidiani prestigiosi. E' un artista immerso nel suo tempo ed un uomo che non ha mai smesso di cercare i confini dell'anima.
In questa poesia assume la sfida della complessità. Si lascia attraversare da qualcosa di più ampio, più indeterminato, indicibile, più straordinariamente vasto dell'universo e delle sue origini, ossia da quella meravigliosa avventura della vita e delle sue molteplici forme di sapere, scegliendo in particolare quella della conoscenza reciproca nell'amore, intensa e mai sufficiente...  come dovrebbe esserlo ogni forma di conoscenza.
Il vero e più grande conoscere sta nel voler bene
ed essendo Loi un profondo ricercatore lascia a noi la possibilità di cercarla e la voglia di trovarla questa certezza, apponendo al termine del percorso personale dei suoi pensieri un forse! 

2 commenti:

Teo Dor ha detto...

Io oserei andare piu in profondo nel leggere e sentire questa citazione, e cioe arrivare col pensiero fino a "quel mistero del mondo, la dove le stelle che brillano forse permangono" quel mistero che e la fonte del nostro amore, del nostro volersi bene. "le stelle, come lontani respiri di mondi" possono anche spegnersi, ma in questa nostra breve vita vissuta qua, il nostro amore non dovrebbe spegnersi nemmeno per un attimo, cosi come non si spegnera la sua fonte, l'amore divino. Sono questi pensieri miei......

Rita Baccaro ha detto...

Grazie Teo per i tuoi pensieri.
Si, questa poesia entra nel mistero e nella complesità delle domande esistenziali. c'è sicuramente un parallelo tra l'amore divino e quello umano.
"Negli occhi di chi per primo ci ha guardati"...
Può essere Dio, se pensiamo a "Prima di formarti nel grembo materno, ti conoscevo, prima che tu venissi alla luce..."(Ger 1,5). Dio ci conosce da sempre, dal di fuori del tempo e continua a fissare lo sguardo su di noi e ad amarci come siamo.
Oppure "chi per primo ci ha guardati".... è la persona che ci ama perchè riesce a guardarci dentro e a vedere in noi quello che altri non vedono, Quando ci sentiamo amati è come se fossimo attraversati da quello sguardo, come se per la prima volta qualcuno ci guardasse. E' solo nell'amore, quando sei innamorato, quando vuoi bene, che puoi conoscere l'altro e poi scoprire che l'hai sempre conosciuto e sempre farà parte di te, come in quel mistero dove le stelle che brillano forse permangono!