domenica 27 novembre 2011

Roth - L'animale morente

"L'unica ossessione che vogliono tutti: l'"amore". Cosa crede, la gente, che basti innamorarsi per sentirsi completi? La platonica unione delle anime? Io la penso diversamente. Io credo che tu sia completo prima di cominciare. E l'amore ti spezza. Tu sei intero, e poi ti apri in due."
(Philip Roth, da L'animale morente )



   Il titolo del romanzo scritto nel 2001 dallo statunitense Philip Roth,   L'animale morente, è tratto da alcuni versi del  Byzantium di W. B. Yeats: 
       
       Consumami il cuore; malato di desiderio 
       E avvinto a un animale morente 
       Che non sa che cos’è.

   Si tratta di un romanzo che offre una profonda riflessione sul senso della vita e della morte, del tempo, della bellezza, del sesso, del desiderio.
   Un libro dalla narrazione scorrevole ma non semplice, senza pudori, tagliente e diretta, un testo ricco di contenuti dal quale è stato difficile scegliere per me solo poche frasi.
   Il romanzo si sviluppa come un racconto confessione del protagonista ad un ipotetico ascoltatore o probabilmente più a se stesso. David Kepesh, protagonista di questo e di altri romanzi di Roth, è un maturo e poco affabile professore universitario che ha sposato la rivoluzione ideologica e sessuale degli anni sessanta.  Vive all'insegna della libertà sessuale ed escludendo alcun tipo di coinvolgimento affettivo, "il professore di desiderio"  seduce a oltranza le sue ex-allieve attratto solo dal fascino dell'erotismo.

"Il sesso: ecco tutto l'incanto necessario. Le donne, per gli uomini, sono davvero tanto incantevoli, una volta tolto il sesso?"

   Questa sua ordinarietà viene sconvolta dall'ingresso, nell'aula della sua facoltà e poi nella sua vita, di Consuela, un'affascinante ragazza cubana dalla prorompente fisicità, verso la quale il professore per la prima volta non proverà solo una forte attrazione sessuale, ma sarà coinvolto in un vortice di passione e gelosia.  Consuela è pienamente consapevole della bellezza del suo corpo che Kepesh definisce un’opera d’arte classica, la bellezza nella sua forma classica.  

"Tutti hanno qualcosa davanti a cui si sentono disarmati, e io ho la bellezza. La vedo e mi acceca, impedendomi di scorgere ogni altra cosa."

   La storia sentimentale ed erotica tra i due si trasforma ben presto in una grande passione, segnata dalla sofferenza della gelosia, dovuta alla notevole differenza di età. Per la prima volta egli si sente vulnerabile, si accorge di desiderare una donna in maniera diversa. Kepesh scopre, per dirla alla Lacan, che "il desiderio dell'uomo è il desiderio dell'altro"
   Il desiderio per lui non è più il sesso, ma la relazione con la persona di Consuela.
   Muore il seduttore per lasciar spazio alla seduzione.
  Il tema del sesso è centrale in questo romanzo, rimane la chiave per indagare nell'esistenza umana

"Il sesso non è semplice frizione e divertimento superficiale. Il sesso è anche la vendetta sulla morte".

   Quest'ultima credo sia la frase che dà il senso a tutto il romanzo, anche nei personaggi minori quali il figlio di Kepesh o il suo amico George. 

   Gli anni di allontanamento tra i due sono vissuti nella sofferenza e nel tormento,  nell'ossessione dell'impossibile dimenticanza.
   Quando scopre di avere una grave malattia, nonostante i vari anni di separazione, Consuela torna dal suo professore. Se fino ad allora il ruolo dell'animale morente era stato interpretato da Kepesh con tutte le sue riflessioni sulla vecchiaia e la decadenza, ora lo diventa sorprendentemente lei, che con la fragilità di un corpo sempre bellissimo si avvia verso la sua fine. Ancora una volta nella vita del professore un'inaspettata vicenda rompe gli schemi precostituiti e gli fa assistere alla debolezza delle sue convinzioni e degli equilibri raggiunti.
   Consuela è tornata poichè non aveva mai trovato in seguito un amante capace di mostrare lo stesso livello di devozione verso il suo corpo come Kepesh.  Ecco come il sesso, il desiderio ed il sentirsi ancora e sempre desiderati sono ciò che fa sentire vivi i protagonisti di questo libro, in cui l'amore non viene mai nominato, ma solo lasciato intuire, quale realtà presente e misteriosa.

“Pensaci. Rifletti. Perchè se ci vai sei finito.”  


   In queste ultime parole del romanzo io colgo invece come sia l'amore ciò che rende morenti due persone come il professor Kepesh e Consuela delle prime pagine, due persone che facevano dei loro corpi l'unico elemento di coesione. L'amore tra i due supera l'attrazione per la bellezza e la perfezione del corpo, supera i problemi legati alla differenza d'età, supera il dolore e la malattia, oltrepassa la morte.



Quale delle frasi di questo libro,
che a me hanno colpito particolarmente,
trova risonanza anche in te?


giovedì 24 novembre 2011

Marsilio Editori: Blogger, a voi la parola!


   Marsilio Editori sta proponendo in questi giorni un’iniziativa particolarmente interessante e stimolante per tutti i blogger che amano la lettura.
   Offre gratuitamente ai primi 100 blogger che ne faranno richiesta un e-book a scelta tra La donna in gabbia di Jussi Adler-Olsen e Blacklands di Belinda Bauer.
   La donna in gabbia  è il primo romanzo del giallista danese più venduto di sempre, autore di una serie da 5 milioni di copie in uscita in 30 paesi, mentre Blacklands è uno dei migliori esordi polizieschi britannici degli ultimi anni, l’unica opera prima capace di vincere il prestigioso Gold Dagger Award dal 1973.
   Si tratta, quindi, di due libri gialli di grande successo internazionale.




   Anch’io ho aderito e, tra i suddetti libri, ho scelto “La donna in gabbia”, impegnandomi a breve a pubblicarne una recensione sulle mie pagine. 

   Troverete al seguente link tutte le informazioni per partecipare all’iniziativa 




martedì 22 novembre 2011

human blogger

   Solo vivendo personalmente l’esperienza nella blogosfera si può capire cosa significhi far parte di una community.
   Ringrazio tutti non solo per i complimenti che avete rivolto al mio ultimo video-post, ma soprattutto per l‘affettuosa accoglienza che avete riservato al mio rientro, per la vicinanza ed il sostegno che mi avete espresso, e continuate a farlo, anche in un momento di difficoltà.
   Mi ha piacevolmente sorpreso l’autonoma iniziativa che alcuni di voi hanno preso di inserire nei loro blog la scritta-immagine che avevo realizzato come simpatica e colorata sintesi del messaggio contenuto nel mio video. Questa decisione ha rivelato la significativa conferma di quanto avevo espresso e quindi un’identificazione delle esperienze personali, un voler affermare insieme e nello stesso tempo individualmente “Io sono un human blogger”!
     
   Sono tanti coloro che pensano sia più un miraggio che la realtà, una vera e costruttiva socializzazione in internet. In effetti il modello di comunicazione che la rete offre ha delle intrinseche caratteristiche, dovute alla sua natura virtuale, che la limitano e che non sono prive di effetti. Tuttavia, se per vera comunicazione intendiamo la possibilità di condividere conoscenze, esperienze, emozioni e valori, se significa trasparenza, accoglienza, incontro, confronto, comprensione, dialogo costruttivo ed anche simpatico e divertente, io posso dire di averla trovata anche nel web.
   Questo tipo di comunicazione non sempre è possibile neanche nella realtà, richiede sincerità e fiducia, comporta impegno e volontà, è anche una predisposizione, una ricerca, una speranza sempre accesa. Se, invece, diventa possibile persino in uno spazio virtuale, rende i protagonisti che la animano più veri, più umani… degli human bloggers appunto.
   Per me, dunque, un human blogger non è semplicemente chi ha un blog personale in cui parla di se stesso, potrebbe anche aver aperto un blog di approfondimento politico, di informatica, di pubblicità, di fotografia, di barzellette, di storia e costume, di poesia e letteratura, ecc., ma è tale chi è aperto e disponibile all’incontro sincero con l’altro, alla condivisione, ad una continuità dei rapporti e alla crescita di relazioni rendendole sempre più a misura d’uomo.
   Gli human bloggers hanno la voglia di esprimersi, socializzare, interagire, cercare quel calore umano che consenta loro di superare le piccole o grandi solitudini e difficoltà, di soddisfare la fame di solidarietà e così rispondere a quella nostalgia di infinito, alla loro sete del sempre di più.
  Mantengono sempre vivo il desiderio di conoscere, amare, incontrare sempre più profondamente l’altro, riconoscendolo come persona aldilà degli avatar o dei temi dei blog e sanno realizzare un’autentica e non superficiale condivisione.
Non si nascondono dietro ad uno schermo creando false personalità per ingannare e dare di sé un’immagine non corrispondente al vero e ripudiano ogni forma di pettegolezzo.
Non si chiudono per il timore delle negative incognite del web e, lungi dall’essere degli ingenui, conservano fiducia e benignità nei confronti dei loro interlocutori. 
Non si limitano solo ad uno scambio di commenti aventi unicamente per fine lo scambio visite ed un aumento costante della collezione di followers in icona, ma hanno sempre la gioia di entrare in un blog amico per sapere cosa succede nel suo mondo, per accoglierne le novità, stringerne le mani, abbracciare emozioni e condividerne esperienze.

   A questo punto vorrei anch’io considerare tale scritta un banner che in un certo senso possa distinguere i bloggers che si riconoscono nei suddetti valori. Naturalmente per me è più importante la condivisione dei valori piuttosto che l'adesione alla mia idea grafica, che difatti nulla aggiunge alla sostanza: è sorta perchè qualcuno già lo aveva fatto spontaneamente.

Chi vorrà potrà inserire il banner come immagine statica, vedi sopra, oppure come la gif  animata, copiando il seguente codice htlm che linka al presente post che ne spiega il significato.





<center><a href="https://www.e-citazioni.com/2011/11/human-blogger.html"><img src=  http://i43.tinypic.com/2vtp754.gif  border=’0’/></a>

Da domani continuerete a leggere nelle mie pagine le citazioni e le recensioni di poesie,  romanzi, musica o film in tema di amore e sensualità, ma ora sapete come la penso, quale sia la mia positiva esperienza e come mi piace vivere le relazioni nel web e costruirle sempre di più nel futuro nei vari modi possibili.

giovedì 17 novembre 2011

Video post