- “Perfetto! Ne facciamo un altro?”
- “Si, con piacere”
- “Si, con piacere”
Bisogna
giungere alla conclusione del film
The Artist
, per ascoltare questa battuta,
l’unica pronunciata a voce dai suoi protagonisti.
The Artist
, nelle sale in questi giorni
,
è difatti un film interamente muto, girato in bianco e
nero, in formato quadrato e leggermente accelerato come i classici film degli
anni Venti, in cui è meticolosamente ambientato. Un film elegante e convincente, innovativo nella sua riproduzione del passato, che fa
dimenticare effetti speciali e 3D per ricordarci e riportarci nella magica e
pura meraviglia del cinema.
Pur senza
parole, The Artist riesce a narrare una storia, a far amare i suoi personaggi ed
a far sorridere, a far provare nostalgia, a raccontare di un incontro e
dell’amore, di una caduta e di un’ascesa, di cambiamenti, di crisi e di riscatto
e soprattutto d'arte. Un film muto sull'avvento del sonoro, senza parole per riflettere sull'importanza della comunicazione.
Scritto e
diretto dal francese
Michel
Hazanavicius,
The Artist
è muto ma non silenzioso, poiché parla efficacemente con la musica, che fa da filo conduttore,
ed attraverso
le immagini e le emozioni. Non potendo scegliere tra molti dialoghi, ho
pensato di citare dei fotogrammi, montando una sequenza delle immagini
per me più significative.
Il
protagonista è George Valentin, il cui nome ricorda chiaramente il grande mito
di Rodolfo Valentino, charmant ed abile nella danza come un Gene Kelly o un
Fred Aistaire e dal sorriso carismatico sotto maliziosi baffetti alla Errol
Flynn o Clark Gable. George è all’apice del successo quando irrompe nel cinema
il sonoro. Ritenendosi "un artista e non una marionetta", per orgoglio non cede ai talkies. La mancata lungimiranza gli stroncherà
la carriera e la sopraggiunta crisi economica del '29 lo porterà alla rovina. Il
rifiuto della parola nel cinema segna la fine della sua professione come, parallelamente,
la mancanza di dialogo con la moglie quella del suo matrimonio. Sprofonderà inghiottito dalle sabbia mobili della sua vanità, esattamente come l’eroe del suo ultimo
film muto.
Jean Dujardin, ha ricevuto per questo ruolo il premio come miglior interprete maschile al Festival di Cannes.
La
protagonista femminile, interpretata da
Bérénice Bejo,
è la spumeggiante Peppy Miller, intraprendente e capace,
nonché bellissima ragazza che, dall’essere una comparsa in un film del grande
Valentin, vede accendersi la sua stella e diventare la più famosa star del
nuovo cinema sonoro.
Il film
ripercorre le loro parabole incrociate, i loro destini che si incontrano. Secondo me la scena centrale del film è quella qui a destra, quando i due si incrociano lungo le scale degli studios, lui le scende mentre lei sale. Una metafora delle loro carriere e gli sguardi che toccano il cuore.
Nell’attimo del loro primo incontro si sono scambiati l’unico bacio di tutto il film, un casuale, simpatico e delicato bacio sulla guancia in un film che parla d’amore… è davvero qualcosa d’altri tempi.
Nell’attimo del loro primo incontro si sono scambiati l’unico bacio di tutto il film, un casuale, simpatico e delicato bacio sulla guancia in un film che parla d’amore… è davvero qualcosa d’altri tempi.
Peppy è inizialmente una grande ammiratrice dell'affascinante e mitico attore, poi conoscendone la simpatia, la gentilezza e la genuinità se ne innamora e cercherà di sostenerlo ed aiutarlo nella difficoltà. Il suo è un amore non dichiarato, nutrito nel silenzio, a dispetto del tempo e delle diverse fortune.
Il rifiuto della parola è la causa della rottura del matrimonio di George, il silenzio con Peppy invece è fertile ed il sentimento cresce avvalendosi di altri linguaggi: sguardi, sorrisi, gesti, emozioni, scelte, sostegno, rispetto. Nessuno di questi ingredienti può mancare nella misteriosa ricetta dell'amore. La parola può anche essere sostituita, ma mai negata!
Sarà Peppy a favorire la rinascita artistica di George, a far tornare il sorriso sul suo volto nonchè a farlo "parlare". Lo vorrà fortemente come partner in un film sonoro e ballato alla Ginger e Fred, nonostante l'opposizione del produttore che lo considerava erroneamente ormai finito.
La colonna sonora è il vero fiore all’occhiello del film. Opera di
Ludovic Bource, la musica amplifica la storia e ne segue i
vari passaggi: è ritmata, giocosa nelle fasi più brillanti ed in altre,
come nel
Waltz for Peppy,
elegante e molto appassionata. Tanti
anche gli omaggi a grandi autori del passato, da “Sing, sing, sing” di
Benny Goodman alle note di Bernard Herrman per il capolavoro di
Hitchcock “La donna che visse due volte”, alla musica intramontabile di
Duke Ellington.