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mercoledì 18 gennaio 2012

Emotivi anonimi

"Quello che mi fa paura è l'intimità, che qualcuno entri nella mia intimità!"
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"- Posso baciarla?
- Buona idea.  È  imprescindibile!"

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"Quando sono innamorato è come se qualcosa mi bruciasse in corpo."

   Jean-Pierre Améris, autore e regista di Emotivi anonimi è lui stesso un timido estremo:  “È stato proprio il cinema a salvarmi. Per me è stato uno stimolo, un motore per reagire alle mie paure”.
   Invece per i due protagonisti del film, Angélique  e Jean-René, lo stimolo per superare la loro eccessiva emotività sarà l'amore.
   Si tratta di una  commedia sentimentale che non ha le pretese di analizzare i risvolti psicologici dei personaggi, ma solo raccontare con delicata soavità ed un pizzico di ironia una romantica favola dal prevedibile happy end.
   L'emotività di Angélique e Jean-René è paralizzante, entrambi sono in terapia, lui da uno psicologo e lei in un gruppo di auto-aiuto dove i partecipanti sono seduti in cerchio e si confrontano e sostengono a vicenda. 
   Si incontrano casualmente. Lui è il titolare di una fabbrica di cioccolato sull'orlo del fallimento. I suoi cioccolatini non sono più apprezzati dai clienti, che li considerano ormai obsoleti e senza personalità. Lei invece è una cioccolataia geniale, la vera creatrice dei celeberrimi cioccolatini di Mercier, la cui paternità era attribuita ad un lontano eremita. Angélique viene assunta nella piccola azienda di Jean-René per occuparsi delle vendite, ma poi con il suo talento e la sua passione per il cioccolato passerà ad ideare una nuova linea di cioccolatini, la cui produzione scongiurerà il rischio di chiusura della fabbrica.
   La comune passione per il cioccolato sarà il loro elisir d'amore, la frequentazione dapprima obbligata poi desiderata li farà uscire dal guscio ed innamorare nonostante i loro modi goffi ed impacciati.
   Il cioccolato è per entrambi come una filosofia di vita, da gustare anche per la sua componente di amarezza. Ne apprezzano l'iniziale resistenza seguita dalla capacità di sciogliersi un po' a sorpresa, di concedersi, di riempire e di avvolgere. Nell'assaporarlo provano un sublime piacere che spiegano con parole dalle chiare allusioni sensuali. 
   La carnalità è accennata e tenera ed al contempo vitale ed irresistibile.


   La sessualità è nella stessa storia del cioccolato, che è stato da sempre considerato un alimento capace di ispirare ed eccitare i sensi, anche quando non si era ancora raggiunto il grado di conoscenza biochimica dei suoi componenti che lo ha poi confermato.    Per i maya il cacao era il il cibo degli dei ed il re azteco Montezuma usava bere una cioccolata prima di accoppiarsi con una delle sue tante mogli. Anche Casanova ne faceva largo uso sostenendone le qualità di afrodisiaco e D'Annunzio, grande amatore, mangiava cioccolata prima degli incontri erotici con le sue ospiti al Vittoriale.
   Il cioccolato, delizia e tentazione, una dolce trasgressione. Quando anche un pezzettino si scioglie in bocca non conquista solo il palato che si illumina, ma è come un abbraccio di beatitudine, una carezza per l'anima,  delicata, gratificante, energetica, un'amorosa coccola che sprigiona passione. 
   Una sensazione  di godimento e di benessere.
   Qualcosa che arriva fino all'intimità!
   
Diceva Oscar Wilde: "l'unico modo per liberarsi di una tentazione è cedervi".
  


   
   Il cioccolato ha anche per te un potere afrodisiaco?  O quali altri alimenti, bevande, odori  aumentano la tua libido?
   Che sensazioni ti procura il cioccolato? 
   Con quali aggettivi lo definisci? Ne sapresti indicare almeno 3?

mercoledì 19 ottobre 2011

L'arte di amare

Non conviene,
credimi, accelerare il gaudio estremo,
ma lentamente devi ritardarlo
con raffinato indugio. E quando il luogo
tu scoprirai su cui goda carezze
più che altrove da te, vano pudore
non freni le tue magiche carezze.

(Ovidio, da Ars amatoria)




  
  L'Arte di amare di Ovidio è un capolavoro della letteratura latina. Il poema, diviso in tre libri, è un insieme di suggerimenti e consigli pratici sull’amore, un poetico manuale sull’arte della conquista amorosa, della seduzione e sul mantenimento a lungo nel tempo del rapporto di coppia. I primi due libri sono destinati agli uomini,  l’ultimo alle donne, affinchè possano confrontarsi sul campo ad armi pari. E questa è un'idea decisamente moderna per l'epoca, dove la donna di solito aveva un'inferiore considerazione.
   
   Per Ovidio l’amore non è limitato al mondo dei poeti, ma è un’arte che tutti possono e dovono imparare. Per cui, in qualità di praeceptor amoris, egli elargisce una serie di indicazioni e strategie, che vanno dalla cura dell’aspetto, che deve essere sempre curato e naturale all’evitare i litigi, dal puntare sempre sull’intelligenza ed un’ottima conversazione per gli uomini al saper danzare, cantare, essere allegre e farsi desiderare per le donne, dalla tattica del fare tutto ciò che l’amante vuole al saper scegliere i doni con cura, dal riempire di complimenti facendo passare per pregi anche i difetti al tollerare i tradimenti.
Conclude,  infine,  la sua opera, sottolineando che l’amore non sia una scienza esatta e che se è vero che non esista donna capace di resistere all'Ars amatoria, è anche vero che ogni donna va conquistata con un metodo diverso che tenga conto del contesto, delle abitudini e del suo personale carattere.
   
   Nel poema ci sono anche una serie di riferimenti espliciti all’amore fisico e al tema della sessualità e per tali contenuti erotici, ritenuti spregiudicati e licenziosi, Ovidio fu condannato all’esilio.
   Nell'Arte di amare si celebra la seduzione e contemporaneamente la sensualità.
L’amore fisico è un insieme di audacia e prudenza, è fatto di gesti, movimenti, implica una convergenza nel reciproco dare e ricevere piacere. Entrambi, uomo e donna, devono partecipare ex aequo. 
   
   Il culmine dell'Ars amatoria è la trasmissione del piacere da un corpo all'altro. 
   Nei versi di questa citazione Ovidio canta l'indugio, come scelta erotica di generosità ed attenzione premurosa al raggiungimento del piacere dell'altro. L'eros qui è tatto, è fatto di carezze, di contatto, di conoscenza, di intimità, di incontro fra le mani e il corpo come promessa di un godimento più ampio ed intenso.

  Non sembrano passati oltre duemila anni, i versi di Ovidio nell’Arte di amare sono davvero senza tempo.


sabato 10 settembre 2011

Montalbano sono!

Bella. E non è solamente bella. Appartiene a quella categoria che dalle nostre parti, una volta, era chiamata di "fimmine di letto".  
Ha un modo di taliarti, un modo di darti la mano, un modo d'accavallare le gambe, che il sangue ti si arrimiscolia. Ti fa capire che sotto o sopra un linzolo, potrebbe pigliare foco come la carta …
  (Andrea Camilleri, da "Come fece Alice" 
– Gli arancini di Montalbano)




E qui capitò che il commissario non arriniscì a staccare più l'occhi. Era veramente beddra, non c'erano santi. Beddra e chiara. Taliandola, si aveva l'impressione di trovarsi a mare aperto, a respirare aria pulita.
E capitò un'altra cosa che gli smosse il sistema. Caterina, persa nella ricerca, tirò fora la punta della lingua e la posò sul labbro superiore. "Gluglugluglu" gli fece il sangue dintra le vene...

  (Andrea Camilleri, da "Il quarto segreto" - La paura di Montalbano)



In bagno aiutò il commissario a levarsi le mutande. Lei si spogliò della camisia. Montalbano evitò accuratamente di taliarla. Ingrid invece era come se si fosse fatta una decina d’anni di matrimonio con lui.
Sotto la doccia, lei l’insaponò. Montalbano non reagiva, gli pareva, e la cosa gli faceva piacere, di essere tornato picciliddro quando mani amorose facevano sul suo corpo lo stesso travaglio. “Noto evidenti segni di risveglio” disse Ingrid ridendo. Montalbano taliò in basso e arrusicò violentemente. I segni erano assai più che evidenti.

(Andrea Camilleri, da La gita a Tindari)










Statua a Salvo Montalbano
nella città di Porto Empedocle
Salvo Montalbano è il noto protagonista di una lunga serie di romanzi e raccolte di racconti di Andrea Camilleri, versatile ed inesauribile scrittore e regista siciliano.
Nella scelta del nome di questo personaggio, l’autore ha voluto omaggiare lo scrittore spagnolo di romanzi gialli Manuel Vazquez Montálban, di cui è stato da sempre un estimatore. 
Il commissario Montalbano è un anticonformista, insofferente alle regole procedurali, energico e testardo, schietto e affidabile, intuitivo e riflessivo, dotato di un’acuta intelligenza e quindi capace di porsi domande per andare oltre i dati disponibili e percepibili, abile nel dedurre e nello scegliere. Un uomo limpido, amante del mare, della lettura, della buona cucina e delle belle donne.









Eterno fidanzato, eterno seduttore ed eternamente sedotto.

In ogni racconto si intrecciano alle vicende investigative delle storie sentimentali o erotiche, poiché sempre sono presenti donne molto sensuali e attraenti ed il commissario ne rimane puntualmente in qualche modo conturbato dalla malia. 
E' un solitario. Vive un’infinita storia d’amore a distanza con la sua Livia, sebbene a volte si dimentichi o di chiamarla al telefono o di eventuali e rari appuntamenti. Le rimane comunque perennemente fedele, reprimendo regolarmente e a volte con rassegnazione i desideri sessuali che in ogni storia si accendono per la protagonista di turno. Al suo fianco c'è Ingrid, che riveste un ruolo importante, "una vera femmina da copertina", "una vera grazia di Dio",  a lei è legato da profonda intimità, un'amicizia molto  particolare, confidenziale e ... maliziosa.

Il suo fiuto investigativo è pari solo a quello con cui riconosce dall'odore le fimmine, come lui le chiama, odore che gli procura come un senso di vertigine. 
La sua sensualità è tutta nel come guarda le donne, attraversandole col suo sguardo da màscolo! Uno sguardo che penetra! Uno sguardo che desidera! Uno sguardo che farebbe sentire qualsiasi donna una fìmmina.
E come lui è calamitato dal sex-appeal femminile, così nessuna rimane insensibile al suo fascino. Tuttavia le sue fantasie anche se intriganti rimangono solo intime: molto coinvolgente, nella seconda citazione, la fine descrizione a tratti poetica ed insieme suggestiva e simpatica di ciò che accade in un uomo attratto da una donna.

Un amore a distanza, come quello tra Salvo e Livia, dove lui ha un livello di testosterone così alto che oltrepassa persino lo scritto, potrebbe resistere anche fuori dai romanzi? Visto che le rimane così tanto fedele, perchè Salvo preferisce la sua libertà ed aspettare l'alba, guardando il mare, seduto da solo sulla sua verandina?

Il duomo di Ragusa - Ibla,
la chiesa di Vigata nella fiction
A Porto Empedocle, città natale di Camilleri vi è una statua dedicata a Salvo Montalbano con tanto di capelli e baffi, perchè è stata realizzata in onore del personaggio letterario.  Per molti il commissario ha invece ormai le sembianze di Luca Zingaretti, che lo ha eccellentemente interpretato nella celebre fiction tv, rendendo questo personaggio molto popolare ed amato.
Le sue indagini si svolgono nell’immaginaria città siciliana di Vigata; le riprese per la serie televisiva sono state effettuate in varie località della Sicilia meridionale, soprattutto nella città e provincia di Ragusa. 


Il terrazzino esterno del castello di Donnafugata
dove Montalbano nella serie tv
incontra il boss Sinagra


   
   La fiction ha il merito di far conoscere alcune zone particolarmente belle  nella loro semplicità come le spiagge di Puntasecca o Donnalucata, o incantevoli paesaggi tipo quello di Modica e soprattutto luoghi dal pregiato valore artistico come il centro storico di Ibla o di Scicli, Noto e Marzamemi nel Siracusano, luoghi che ho avuto la fortuna di visitare recentemente.
Varie puntate sono state girate anche all’interno, nel meraviglioso giardino e nel labirinto della tenuta/castello di Donnafugata, appartenuto al barone Corrado d'Arezzo, il vero “Gattopardo” che ispirò il celebre romanzo a Tomasi di Lampedusa.




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Un saluto che non si dimentica (da "Il birraio di Preston" di A. Camilleri) 

Sicilia la forza della natura

... aver fame (da "il disprezzo" di A. Moravia)








mercoledì 27 luglio 2011

La scoperta del segreto del corpo

Vivo dimentico

del mio corpo.

Quando guardo l’aurora

vagamente lo ricordo bello,

come se fossi

fuori da me e molto lontano



Ma quando tu mi prendi

me lo sento

tutto,

duro, morbido, percettibile, completo,

e godo di esso in te e in me,

Con te, è scoperto, nel suo segreto.
 ( Juan Ramón Jiménez)

Liliana Esperanza - Sensualidad IV


Juan Ram ó n Jiménez, poeta andaluso, insignito del premio Nobel per la letteratura nel 1956 è stato considerato un maestro da molti poeti spagnoli come Salinas, Alberti e Lorca ed un riferimento anche per gli ermetici italiani.

Le caratteristiche della sua poetica sono: la semplicità essenziale e profonda e la ricerca della bellezza assoluta depurata da ogni aneddotica.

Questa che ho scelto, ad esempio, non presenta particolari ricerche semantiche né un lirismo eccessivo eppure mi regala suggestive vibrazioni e svela intensi significati con l’incanto dei versi. 

È una poesia molto concreta pur essendo metafisica ed astratta … essere   scoperti   per   scoprire   i segreti del proprio corpo e forse anche di se stessi, delle proprie emozioni e di quelle sensazioni, il cui rinvenimento e la scoperta al di fuori della sessualità non si potrebbero mai realizzare.  
Questa poesia dona all’amore la pienezza della sua realtà anche fisica, per cui  esso non è più solo un’idea o un sentimento bensì vive e si sente anche in uno spazio diverso dal cuore.
Diceva Jiménez che non c’è nulla di più pieno di spirito che i sensi”. .


mercoledì 4 maggio 2011

Come un quadro (Alicante - Prévert)

"Un'arancia sulla tavola
il tuo vestito sul tappeto
e nel mio letto tu
dolce dono del presente
freschezza della notte
calore della mia vita."

(Jacques Prévert)

   Questa stupenda poesia dal titolo Alicante, mi ha colpito per la sua ricchezza nella semplicità e, se letta in lingua originale, anche per la musicalità dei suoi versi. Purtroppo nella traduzione dal francese quest'ultima un po' si perde. Ad esempio, non si può più cogliere l'allitterazione presente nel quarto verso: doux présent du présent.
Dall'inizio alla fine c'è un'attenzione a tutto un gioco di rapporti tra le parole, nei posti indicati e nelle sensazioni procurate. Relazioni che vanno dalla diversità, alla similitudine, al contrasto. Con pochi versi, come precise pennellate, Prévert sembra abbia realizzato un quadro, una natura viva. Un nudo artistico come quelli che i più grandi maestri della pittura hanno saputo creare, unendo bellezza a sensualità senza cadere nella volgarità.

Amedeo Modigliani.  Il grande nudo disteso.   Museum of modern art, New York
da  http://it.wikipedia.org/wiki/Grande_nudo_disteso