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lunedì 23 aprile 2012

Un libro mai finito


"Come sei bella..."
Io non ero bella, ero normale... avevo le occhiaie di quella giornata, il mio odorino stantio di ufficio, la voce rauca di ore trascorse al chiuso. Il mio corpo infilato nella città era un corpo qualunque, infagottato di abiti e pensieri. Ce ne andavamo verso casa abbracciati, tra le vetrine che spegnevano le luci e la gente che camminava veloce sui marciapiedi. Mi bastava stringermi alle sue ossa per sentirmi in pace.

***
È vero sono uno stupido! I poeti sono stupidi come mosche contro un vetro! Sbattono contro l'invisibile per arraffare un po' di cielo.

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Era per dirti che gli amori che sembrano assurdi certe volte sono i migliori.

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Forse questo è l'amore quando raggiunge la sua vetta. Ebbro come uno scalatore che s'è arrampicato e poi è arrivato, e più su di così non può andare, perché comincia il cielo.
(Margaret Mazzantini, da Venuto al mondo)

    Venuto al mondo   è un romanzo del 2008, grazie al quale la sua autrice, Margaret Mazzantini, ha vinto il prestigioso  Premio Campiello.  
    Un libro drammatico e denso di valori che narra non solo di una storia d'amore passionale e straziante, ma di vita, di amicizia, di guerra, di maternità, di attese. E' stato un grande successo editoriale, da cui è stato tratto anche un film per la regia di Sergio Castellitto, marito dell'autrice, che sarà nelle sale a novembre. 
   Io l'ho trovato molto simile nella struttura al precedente romanzo della Mazzantini,  Non ti muovere.  Ossia in entrambi c'è una ricerca nel proprio passato come necessità per superarlo, nella trama una storia d'amore impossibile ed il senso di rinascita e di speranza legata ad un figlio. Sullo sfondo la violenza che spesso è protagonista della storia, ma dal cui ventre oscuro possono scaturire anche nuove possibilità di luce e di riscatto.
   Questo libro, dal quale sono riuscita comunque ad estrapolare qualche frase che mi ha colpito, l'ho trovato particolarmente noioso e pesante, capace di farmi perdere durante la lettura il desiderio di divorare un romanzo. Una capacità più unica che rara! 
    Un libro poco immediato, struggente e malinconico fino alla paranoia. Una storia tirata a lungo. Pagine ridondanti. 
   Nel post precedente, ho ricordato come per terminare Rayuela di Julio  Cortázar, ho dovuto procedere in più riprese per la sua non facilità, tuttavia il coinvolgimento nella lettura era sempre totale e profondo. Era come se avessi bisogno di far sedimentare alcuni contenuti. Invece per  Venuto al mondo  ho arrancato a fatica fino a poco oltre la metà del romanzo e provato sollievo nell'accantonarlo. E' l'unico libro non finito che ho sulla coscienza e ne sento quasi l'onta perchè rappresenta per me un'eccezione, essendo convinta che tutti i libri vadano letti ed integralmente, spaziando anche in generi diversi da quelli preferiti, in modo da accrescere il proprio spirito critico e le proprie conoscenze.


A te è mai capitato? Quale scrittore hai piantato in asso? 
C'è un romanzo che hai chiuso prima di arrivare alla fine? Perché hai smesso di leggerlo?