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giovedì 8 marzo 2012

Il gioco della seduzione

"Aveva un corpo da cattiva ragazza, il genere di fisico che, anche a trentatré anni, avrebbe potuto tranquillamente fare bella mostra di sé appeso a un chiodo sulla parete di un museo. Era un corpo da bambola in cui era racchiuso anche un cervello intelligentissimo, ma ciò non aveva importanza poiché Phoebe era il genere di donna che solitamente veniva giudicata solo dalle apparenze."



"Phoebe si strinse contro di lui ed emise un lieve gemito che per Dan fu come una dose di whisky dritta in vena."
( Susan Elizabeth Phillips, da Il gioco della seduzione)


   I protagonisti de Il gioco della seduzione di S. E. Phillips, Phoebe e Dan, rientrano perfettamente negli stereotipi delle persone valutate dalle apparenze e classificate come prive di sostanza.
   Dan è il coach degli Stars ed è stato uno tra i migliori giocatori di football americano. Tra fisico possente e muscoloso da macho esagerato ed essere una leggenda nel mondo dello sport riscuote un notevole successo fra le donne, nonostante i suoi modi rudi.  
   Phoebe è una donna che non passa indifferente, è consapevole della sua prorompente fisicità, che usa in modo impertinente per provocare e sedurre. Ha creato di sé un'immagine disinibita e libertina, diventando anche ricca per aver posato nuda per un  artista famoso e presente con i quadri che la ritraggono in vari musei del mondo.
   Le loro vite sono destinate ad incontrarsi quando la biondina svampita e sexy diventa, in seguito alla morte di suo padre, la proprietaria degli Stars. Nel testamento il padre non le nasconde il disprezzo che prova nei suoi confronti, valutandola assolutamente incapace di prendersi e gestire una tale responsabilità.
   L'autrice del romanzo riesce a farci andare oltre le apparenze ed a farci scoprire sia in Phoebe che in Dan, aspetti di grande umanità e sensibilità e quanto a volte si mascherino le proprie fragilità per non apparire vulnerabili, preferendo non amare più troppo quando si è stati profondamente feriti.
   La lettura di questo libro, nonostante le 455 pagine è veloce e molto rilassante, intrigante e particolarmente hot in diverse pagine. Ci sono parecchi ingredienti che lo fanno lievitare oltre la sufficienza sebbene si tratti sempre e comunque di un romance. Tra questi l'ambiente sportivo che non funge solo da cornice al tormentato e altalenante sviluppo di un'appassionante storia d'amore. Il mondo del football rappresenta metaforicamente tutta la complessa situazione che vivono i due protagonisti. Ossia la voglia di riscatto, di sfida, di spinta etica di chi non crede solo nella fortuna e nel denaro, bensì nell'impegno, nel sacrificio, nei sentimenti, nell'intelligenza e nel valore del gruppo-comunità, esattamente come nel film L'arte di vincere con Brad Pitt. Nel libro non manca una divertente ironia a tratti sagace, l'analisi delle dinamiche personali e familiari, la passione e l'orgoglio, il giallo e un po' di suspense prima di arrivare ad uno scontatissimo happy end  rosa più che mai . 

   Il titolo in lingua originale è I had to be you. Il titolo scelto per l'edizione italiana, nelle librerie da meno di un mese, si riferisce al fatto che entrambi i protagonisti conoscono molto bene oltre al gioco del football anche quello della seduzione. In un primo momento, sono inevitabilmente attratti solo fisicamente e non vedono il resto, poichè ingannati dalle loro prime impressioni.

"...la sentì sospirare. "Io e te non ci piacciamo".
"Quello non è necessario, tesoro. Questa non è una relazione permanente. E' attrazione animale."

   La vera seduzione li coglie lentamente, quando l'attrazione supera il solo desiderio sessuale.


   A mio parere, la seduzione non è propriamente un gioco, può definirsi tale nella misura in cui si è autentici e spontanei, nel senso che non può essere qualcosa di costruito che obbedisce e ferree e rigide regole se non quella che occorre giocare da entrambe le parti. La seduzione, secondo l'origine etimologica del termine è "secum ducere", ossia condurre a sé, che dovrebbe essere inteso in senso più ampio del solo condurre alla propria fisicità o sfera sessuale.   Sedurre non è incantare, ma portare l'altro dentro se stessi senza servirsi soltanto della propria sensualità, ma utilizzando l'arma migliore, che è la propria personalità. Sicuramente le prime cose che ci seducono però sono altre, quelle che catturano il nostro sguardo e i nostri sensi!

-  Secondo te la prima impressione è ingannevole o veritiera?
- Sei mai stato sedotto/a per poi accorgerti di essere stato condotto dalla parte sbagliata? Quando l o si può considerare davvero un errore?




  
  Ora vi svelo come mai mi sono trovata tra le mani Il gioco della seduzione di Susan Elizabeth Phillips. Qualche settimana fa ho partecipato all'iniziativa "Be my Valentine" organizzata dalla Leggereditore, che prevedeva di scrivere una lettera d'amore e pubblicarla sulla pagina del loro blog per partecipare all'estrazione di alcune copie omaggio di questo romanzo. Dopo qualche giorno sono stata avvisata di essere stata tra le fortunate vincitrici!!!
   Nella stessa settimana sono stata ancora baciata dalla fortuna ed ho vinto anche questi orecchini davvero carini che Lu ha realizzato ed offerto in occasione delle 100.000 visite al suo interessante e creativo blog Lufantasygioie. Mi sono arrivati da qualche giorno ed è stata una grande gioia per me anche leggere la lettera con cui Lu ha accompagnato il suo gentile regalo. Questa mia fotografia sarà custodita nei Doni, insieme a tutti i preziosi ed emozionanti ricordi.
   Grazie ancora Lu, per aver voluto festeggiare insieme a chi ti segue con sincero affetto, attraverso questo gesto concreto che consente di apprezzare le tue abilità manuali, creatività e soprattutto la tua grande generosità.



nella Giornata Internazionale della donna


AUGURI  a TUTTE le DONNE
con questo delicato acquerello della cara e brava Carla Colombo
Insieme... sempre (2011)
www.artecarlacolombo.blogspot.com




mercoledì 19 ottobre 2011

L'arte di amare

Non conviene,
credimi, accelerare il gaudio estremo,
ma lentamente devi ritardarlo
con raffinato indugio. E quando il luogo
tu scoprirai su cui goda carezze
più che altrove da te, vano pudore
non freni le tue magiche carezze.

(Ovidio, da Ars amatoria)




  
  L'Arte di amare di Ovidio è un capolavoro della letteratura latina. Il poema, diviso in tre libri, è un insieme di suggerimenti e consigli pratici sull’amore, un poetico manuale sull’arte della conquista amorosa, della seduzione e sul mantenimento a lungo nel tempo del rapporto di coppia. I primi due libri sono destinati agli uomini,  l’ultimo alle donne, affinchè possano confrontarsi sul campo ad armi pari. E questa è un'idea decisamente moderna per l'epoca, dove la donna di solito aveva un'inferiore considerazione.
   
   Per Ovidio l’amore non è limitato al mondo dei poeti, ma è un’arte che tutti possono e dovono imparare. Per cui, in qualità di praeceptor amoris, egli elargisce una serie di indicazioni e strategie, che vanno dalla cura dell’aspetto, che deve essere sempre curato e naturale all’evitare i litigi, dal puntare sempre sull’intelligenza ed un’ottima conversazione per gli uomini al saper danzare, cantare, essere allegre e farsi desiderare per le donne, dalla tattica del fare tutto ciò che l’amante vuole al saper scegliere i doni con cura, dal riempire di complimenti facendo passare per pregi anche i difetti al tollerare i tradimenti.
Conclude,  infine,  la sua opera, sottolineando che l’amore non sia una scienza esatta e che se è vero che non esista donna capace di resistere all'Ars amatoria, è anche vero che ogni donna va conquistata con un metodo diverso che tenga conto del contesto, delle abitudini e del suo personale carattere.
   
   Nel poema ci sono anche una serie di riferimenti espliciti all’amore fisico e al tema della sessualità e per tali contenuti erotici, ritenuti spregiudicati e licenziosi, Ovidio fu condannato all’esilio.
   Nell'Arte di amare si celebra la seduzione e contemporaneamente la sensualità.
L’amore fisico è un insieme di audacia e prudenza, è fatto di gesti, movimenti, implica una convergenza nel reciproco dare e ricevere piacere. Entrambi, uomo e donna, devono partecipare ex aequo. 
   
   Il culmine dell'Ars amatoria è la trasmissione del piacere da un corpo all'altro. 
   Nei versi di questa citazione Ovidio canta l'indugio, come scelta erotica di generosità ed attenzione premurosa al raggiungimento del piacere dell'altro. L'eros qui è tatto, è fatto di carezze, di contatto, di conoscenza, di intimità, di incontro fra le mani e il corpo come promessa di un godimento più ampio ed intenso.

  Non sembrano passati oltre duemila anni, i versi di Ovidio nell’Arte di amare sono davvero senza tempo.


sabato 10 settembre 2011

Montalbano sono!

Bella. E non è solamente bella. Appartiene a quella categoria che dalle nostre parti, una volta, era chiamata di "fimmine di letto".  
Ha un modo di taliarti, un modo di darti la mano, un modo d'accavallare le gambe, che il sangue ti si arrimiscolia. Ti fa capire che sotto o sopra un linzolo, potrebbe pigliare foco come la carta …
  (Andrea Camilleri, da "Come fece Alice" 
– Gli arancini di Montalbano)




E qui capitò che il commissario non arriniscì a staccare più l'occhi. Era veramente beddra, non c'erano santi. Beddra e chiara. Taliandola, si aveva l'impressione di trovarsi a mare aperto, a respirare aria pulita.
E capitò un'altra cosa che gli smosse il sistema. Caterina, persa nella ricerca, tirò fora la punta della lingua e la posò sul labbro superiore. "Gluglugluglu" gli fece il sangue dintra le vene...

  (Andrea Camilleri, da "Il quarto segreto" - La paura di Montalbano)



In bagno aiutò il commissario a levarsi le mutande. Lei si spogliò della camisia. Montalbano evitò accuratamente di taliarla. Ingrid invece era come se si fosse fatta una decina d’anni di matrimonio con lui.
Sotto la doccia, lei l’insaponò. Montalbano non reagiva, gli pareva, e la cosa gli faceva piacere, di essere tornato picciliddro quando mani amorose facevano sul suo corpo lo stesso travaglio. “Noto evidenti segni di risveglio” disse Ingrid ridendo. Montalbano taliò in basso e arrusicò violentemente. I segni erano assai più che evidenti.

(Andrea Camilleri, da La gita a Tindari)










Statua a Salvo Montalbano
nella città di Porto Empedocle
Salvo Montalbano è il noto protagonista di una lunga serie di romanzi e raccolte di racconti di Andrea Camilleri, versatile ed inesauribile scrittore e regista siciliano.
Nella scelta del nome di questo personaggio, l’autore ha voluto omaggiare lo scrittore spagnolo di romanzi gialli Manuel Vazquez Montálban, di cui è stato da sempre un estimatore. 
Il commissario Montalbano è un anticonformista, insofferente alle regole procedurali, energico e testardo, schietto e affidabile, intuitivo e riflessivo, dotato di un’acuta intelligenza e quindi capace di porsi domande per andare oltre i dati disponibili e percepibili, abile nel dedurre e nello scegliere. Un uomo limpido, amante del mare, della lettura, della buona cucina e delle belle donne.









Eterno fidanzato, eterno seduttore ed eternamente sedotto.

In ogni racconto si intrecciano alle vicende investigative delle storie sentimentali o erotiche, poiché sempre sono presenti donne molto sensuali e attraenti ed il commissario ne rimane puntualmente in qualche modo conturbato dalla malia. 
E' un solitario. Vive un’infinita storia d’amore a distanza con la sua Livia, sebbene a volte si dimentichi o di chiamarla al telefono o di eventuali e rari appuntamenti. Le rimane comunque perennemente fedele, reprimendo regolarmente e a volte con rassegnazione i desideri sessuali che in ogni storia si accendono per la protagonista di turno. Al suo fianco c'è Ingrid, che riveste un ruolo importante, "una vera femmina da copertina", "una vera grazia di Dio",  a lei è legato da profonda intimità, un'amicizia molto  particolare, confidenziale e ... maliziosa.

Il suo fiuto investigativo è pari solo a quello con cui riconosce dall'odore le fimmine, come lui le chiama, odore che gli procura come un senso di vertigine. 
La sua sensualità è tutta nel come guarda le donne, attraversandole col suo sguardo da màscolo! Uno sguardo che penetra! Uno sguardo che desidera! Uno sguardo che farebbe sentire qualsiasi donna una fìmmina.
E come lui è calamitato dal sex-appeal femminile, così nessuna rimane insensibile al suo fascino. Tuttavia le sue fantasie anche se intriganti rimangono solo intime: molto coinvolgente, nella seconda citazione, la fine descrizione a tratti poetica ed insieme suggestiva e simpatica di ciò che accade in un uomo attratto da una donna.

Un amore a distanza, come quello tra Salvo e Livia, dove lui ha un livello di testosterone così alto che oltrepassa persino lo scritto, potrebbe resistere anche fuori dai romanzi? Visto che le rimane così tanto fedele, perchè Salvo preferisce la sua libertà ed aspettare l'alba, guardando il mare, seduto da solo sulla sua verandina?

Il duomo di Ragusa - Ibla,
la chiesa di Vigata nella fiction
A Porto Empedocle, città natale di Camilleri vi è una statua dedicata a Salvo Montalbano con tanto di capelli e baffi, perchè è stata realizzata in onore del personaggio letterario.  Per molti il commissario ha invece ormai le sembianze di Luca Zingaretti, che lo ha eccellentemente interpretato nella celebre fiction tv, rendendo questo personaggio molto popolare ed amato.
Le sue indagini si svolgono nell’immaginaria città siciliana di Vigata; le riprese per la serie televisiva sono state effettuate in varie località della Sicilia meridionale, soprattutto nella città e provincia di Ragusa. 


Il terrazzino esterno del castello di Donnafugata
dove Montalbano nella serie tv
incontra il boss Sinagra


   
   La fiction ha il merito di far conoscere alcune zone particolarmente belle  nella loro semplicità come le spiagge di Puntasecca o Donnalucata, o incantevoli paesaggi tipo quello di Modica e soprattutto luoghi dal pregiato valore artistico come il centro storico di Ibla o di Scicli, Noto e Marzamemi nel Siracusano, luoghi che ho avuto la fortuna di visitare recentemente.
Varie puntate sono state girate anche all’interno, nel meraviglioso giardino e nel labirinto della tenuta/castello di Donnafugata, appartenuto al barone Corrado d'Arezzo, il vero “Gattopardo” che ispirò il celebre romanzo a Tomasi di Lampedusa.




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Sicilia la forza della natura

... aver fame (da "il disprezzo" di A. Moravia)








martedì 5 luglio 2011

Lezione sulla seduzione

"Sedurre è come scrivere una bella canzone, tutto tecnica e ritmo, tecnica e ritmo. Il talento dell'ironia è una freccia supplementare che non sempre potete avere al vostro arco. In questo caso ci vuole tanto ritmo. Un battito che, perlopiù, viene fornito dagli aggettivi. Spiazzanti e coinvolgenti, iperbolici e precisi. Se sono rari e poco usati nella lingua è ancora meglio e fate più bella figura.  Le donne non si seducono né con i complimenti, né con i fiori, né con gli sguardi a pesce lesso. Queste sono puttanate da cofanetto Sperlari. Tutti ne parlano, tutti le vogliono, ma nessuno se le compra queste caramelle Sperlari.
Gli aggettivi seducono, i sostantivi annoiano. Questo è il grande segreto."
(Paolo Sorrentino  da Hanno tutti ragione)

Jack Vetriano - Mr Cool


Hanno tutti ragione è il primo romanzo di Paolo Sorrentino, il famoso regista. Alla sua prima esperienza, nello scorso anno,  ha scritto un capolavoro in cui ha dimostrato di riuscire a comunicare non solo attraverso le immagini ma anche abbandonandosi al potere descrittivo della parola.
Un libro emotivamente coinvolgente  e narrativamente appassionante,  che si legge tutto di un fiato ma con una matita in mano per segnare le tante frasi significative. 
Tony Pagoda, il protagonista, è un personaggio dalle infinite sfumature:  un consapevole, un solitario che non sopporta la solitudine, un perdente che guarda la vita con saggezza,  violento e tenero, cialtrone e sensibile, sarcastico e riflessivo, ironico e triste, con la sua intelligenza, la schiettezza e la sua amarezza riesce sia a far ridere che a commuovere ma per lui non c’è divertimento né spazio per i sentimentalismi.
Sensata e tanto simpatica la sua lezione sulla seduzione destinata ai non belli, a coloro che le donne non notano. Tony consiglia per conquistare una donna, come sola ed unica arma possente e smisurata, capace di smuovere le montagne: la parola. Suggerisce inoltre di evitare i luoghi comuni, le frasi fatte, di essere ironici ma senza raccontare barzellette e soprattutto rapidi, senza parlare al rallentatore.


"Il ritmo si diceva. Tutti i sentimenti della vita scaturiscono da questo segreto: il ritmo delle cose. E ci vuole pochissimo per mancare l’amore, quando le cose si dispiegano troppo lente o troppo veloci."


E per voi quali sono le armi della seduzione?