Visualizzazione post con etichetta iniziativa. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta iniziativa. Mostra tutti i post

venerdì 29 giugno 2012

A Dangerous Method

L'amore per te è stata la cosa più importante della mia vita. 
Nel bene e nel male, mi ha fatto capire chi sono.

    A Dangerous Method  (2011), diretto dal canadese David Cronenberg, è un film biografico che ben descrive l'intreccio di rapporti tra i fondatori della moderna psicoanalisi: Sigmund Freud e Carl Gustav Jung, narrando soprattutto la turbolenta storia d'amore nata tra quest'ultimo e Sabina Spielrain. 
   Una pellicola fatta più di parole che di immagini, ricca di tutte quelle teorie che sono alla base del pensiero moderno, di lettere scritte, di dibattiti e dialoghi ricchi di sfumature, indispensabili per cogliere le trasformazioni psicologiche dei personaggi. 
   
   Sabina giunge nella clinica psichiatrica di Zurigo giovanissima ed affetta da violente crisi isteriche e depressive. Viene affidata al promettente dottor Jung, che applicando la talking cure di Freud la guarisce dalle sue psicosi. La ragazza dimostra una mente brillante e proseguirà gli studi diventando in seguito, a sua volta, un'importante psicoanalista. Darà un grande contributo alle teorie psicoanalitiche, in particolare riguardo il rapporto eros-thanatos.

Freud: lei pensa davvero che la pulsione sessuale sia una forza demoniaca e distruttiva?
Spielrain: Si, come allo stesso tempo è una forza creativa, nel senso che riesce a produrre dalla distruzione di due individualità un essere nuovo.  
   
   Tra Carl e Sabina nasce presto una forte attrazione che scuoterà non solo i loro principi deontologici ma anche quelli di coscienza (essendo lui sposato e con prole) e sarà pure tra gli elementi di contrasto tra Jung ed il suo mentore Freud.
   Nella clinica di Zurigo giunge in analisi anche Otto Gross, un altro psicologo affetto da turbe di natura sessuale. Un personaggio degenere, la cui interazione con Jung è la dinamica più interessante del film, la chiave di svolta. A detta di Jung, Gross   è estremamente seducente, sicuro di aver ragione, ossessivamente nevrotico, pericoloso in poche parole , ma nonostante questa consapevolezza si lascia da lui convincere che la monogamia è solo un insieme di affannosi sforzi per soffocare i più elementari istinti naturali. La razionalizzazione che Otto fa delle pulsioni dà a Jung la licenza di cedere ai suoi desideri nei confronti di Sabine. 

Gross: Se c'è una cosa che ho imparato nella mia breve vita è questa: non reprimere mai niente.
*   *  *
Gross: Come può negarle un piacere così semplice?
Jung: Il piacere non è mai semplice
Gross: Lo è. E' semplicissimo finchè non decidiamo di complicarlo. E' quello che mio padre chiama maturità e io chiamo arrendersi.
Jung: Arrendersi per me è cedere a questo desiderio
Gross: Allora si arrenda!  
*   *   *
Gross: Qualsiasi cosa lei faccia, non passi mai davanti all'oasi senza bere .

    Sia Sabina che Carl sembrano cedere alla reciproca attrazione carnale per motivazioni razionali e scientifiche. 
Sabina:  Quando mio padre mi ha portato qui ero molto malata e la mia malattia era sessuale ed è chiaro che la materia che sto studiando è tutta fondata sulla sessualità, quindi è naturale che io stia diventando sempre più acutamente consapevole del fatto di non avere alcuna esperienza sessuale.
                                      *   *   *  
Carl J: E' opinione comune che l'uomo prenda l'iniziativa.
Sabina S: Ma non c'è qualcosa di maschile dentro ogni donna e di femminile in ogni uomo? Non dovrebbe?
Carl J: Può darsi. Immagino che sia così.
Sabina S: Semmai volesse prendere l'iniziativa io abito in quel palazzo.
   Ecco che il metodo per studiare le pulsioni, gli istinti, la libertà, diventa very dangerous perché finisce per coinvolgere la loro emotività ed i sentimenti, nonostante l'apparente negazione e la falsa sensazione di essere forti e capaci di interrompere la relazione come se nulla fosse accaduto.
Jung:  Non sarei mai così stupido da coinvolgermi emotivamente con una paziente.

   Anche degli esperti come loro che nella professione cercano di razionalizzare l'irrazionale, come ad esempio i sogni,  nella vita finiscono per soccombere alle pulsioni e a tutto ciò che la ragione non comprende.  Nella frase per me più bella e significativa (tanto da averla messa in testa a questo post-recensione),  in cui Jung dichiara a Sabina che l'amore per lei è stata la cosa più importante della vita, c'è la spiegazione di tutto: l'amore è ciò che fa capire chi si è, grazie all'amore si ha la più profonda conoscenza di se stessi.
   Non tutto si può spiegare con la ragione e proprio su questo punto nasce un contrasto tra i due sommi studiosi: Jung non accetta che Freud voglia creare confini per escludere interi ambiti d'indagine.

Jung: Sono molto deluso dal suo rigido  pragmatismo,  il suo insistere che nulla esista se la nostra intelligenza  non è in grado di dimostrare razionalmente che esiste.
   Il film è un’incessante seduta psicanalitica di tutti i personaggi, ognuno dei quali, al di fuori di Emma Jung, è medico e contemporaneamente paziente, in un continuo scambio di ruoli tutti analizzano ed in verità vengono profondamente psicoanalizzati. Ed è questo che il film vuole trasmettere, che tutti abbiamo delle nevrosi, dei lati oscuri ed il desiderio di essere liberi, che in ognuno esistono sia aspetti razionali che altri più oscuri della personalità e soprattutto un ambito emotivo che sfugge al controllo ed al quale si finisce per cedere nonostante le scelte operate con la ragione.
   Il valore supremo che ognuno di questi medici intende tutelare nei propri pazienti è la libertà, l'obiettivo che ognuno di essi si pone è quello di rendere i pazienti capaci di essere liberi .
    A dangerous method offre una ricostruzione storica fedele con una notevole attenzione alle ambientazioni ed ai costumi. Tutti i discorsi sugli albori della psicoanalisi sono particolarmente affascinanti e gli argomenti trattati intriganti. Quasi del tutto assente una colonna sonora ed è ciò che rende forse l’insieme poco coinvolgente.
  
   Ho apprezzato tantissimo Michael Fassbender,  Viggo Mortensen  e Vincent Cassel  nei ruoli rispettivamente di Jung, Freud e Gross, appena sufficiente invece l’interpretazione di Keira Knightley nelle vesti di Sabine Spielrain, insopportabile la smorfia con mandibola sporgente alla dinosauro per interpretare attacchi isterici.


- In quale delle frasi pronunciate da questi personaggi ti ritrovi?  Quale condividi?