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lunedì 11 luglio 2011

Che io sia


Che io sia la fascia che la fronte ti cinge,
così vicino ai tuoi pensieri,
che io sia il grano di mais,
frantumato dai tuoi denti selvaggi.


Che io sia al tuo collo il turchese 

caldo della tempesta del tuo sangue.
che io sia la lana del telaio
che scivola fra le tue dita.

 
Che io sia la veste che porti
sul flusso del tuo cuore,
che io sia la sabbia nei mocassini
che accarezza le dita dei tuoi piedi.

Che io sia il tuo sogno notturno,
quando nel sonno parli e gemi...


(Indiani d'America - Nuovo Messico. Anonimo)

   La cultura dei Nativi Americani si è sempre tramandata oralmente e poche sono le poesie d’amore che sono giunte fino a noi, piuttosto c’è grande abbondanza di parole riguardanti la profonda spiritualità e saggezza di questi popoli.
   Grandissima intensità in questi versi dedicati alla donna amata. Cosa si può volere di più quando si ama qualcuno che restare il più vicino possibile, fino a trasformarsi nell’abito indossato, sentirne il calore del sangue. In un’intimità che porta a superare anche le barriere fisiche voler essere il cibo masticato, la sabbia calpestata dai suoi piedi e poi riuscire a trovare il modo per entrarvi e dimorarvi, diventare nel sonno il suo sogno. Essere il pensiero.