"Come sei bella..."
Io non ero bella, ero normale... avevo le occhiaie di
quella giornata, il mio odorino stantio di ufficio, la voce rauca di ore
trascorse al chiuso. Il mio corpo infilato nella città era un corpo qualunque,
infagottato di abiti e pensieri. Ce ne andavamo verso casa abbracciati, tra le
vetrine che spegnevano le luci e la gente che camminava veloce sui marciapiedi.
Mi bastava stringermi alle sue ossa per sentirmi in pace.
***
È vero sono uno stupido! I poeti sono stupidi come mosche contro un vetro!
Sbattono contro l'invisibile per arraffare un po' di cielo.
***
Era per dirti che gli amori che sembrano assurdi certe volte sono i
migliori.
***
Forse questo è l'amore quando raggiunge la sua vetta. Ebbro come uno scalatore che s'è arrampicato e poi è arrivato, e più su di così non può andare, perché comincia il cielo.
(Margaret Mazzantini, da Venuto al mondo)
Venuto al
mondo
è un
romanzo del 2008, grazie al quale la sua autrice, Margaret Mazzantini, ha vinto
il prestigioso
Premio
Campiello.
Un libro drammatico e denso di valori
che narra non solo di una storia d'amore passionale e straziante, ma di vita,
di amicizia, di guerra, di maternità, di attese. E' stato un grande successo
editoriale, da cui è stato tratto
anche un film per la regia di Sergio Castellitto, marito dell'autrice, che sarà
nelle sale a novembre.
Io l'ho trovato molto simile nella struttura al precedente romanzo della
Mazzantini,
Non ti muovere.
Ossia in entrambi c'è una ricerca nel
proprio passato come necessità per superarlo, nella trama una storia d'amore
impossibile ed il senso di rinascita e di speranza legata ad un figlio. Sullo
sfondo la violenza che spesso è protagonista della storia, ma dal cui ventre
oscuro possono scaturire anche nuove possibilità di luce e di riscatto.
Questo libro, dal quale sono riuscita comunque ad estrapolare qualche frase che
mi ha colpito, l'ho trovato particolarmente noioso e pesante, capace di farmi
perdere durante la lettura il desiderio di divorare un romanzo. Una capacità
più unica che rara!
Un libro poco immediato, struggente e malinconico fino alla paranoia. Una
storia tirata a lungo. Pagine ridondanti.
Nel post precedente, ho ricordato come per terminare Rayuela di Julio
Cortázar,
ho dovuto procedere in più riprese per la sua non facilità, tuttavia il
coinvolgimento nella lettura era sempre totale e profondo. Era come se avessi
bisogno di far sedimentare alcuni contenuti. Invece per
Venuto al mondo
ho arrancato a fatica fino a poco oltre la metà del romanzo e provato sollievo nell'accantonarlo. E' l'unico
libro non finito che ho sulla coscienza e ne sento quasi l'onta perchè rappresenta
per me un'eccezione, essendo convinta che tutti i libri vadano
letti ed integralmente, spaziando anche in generi diversi da quelli preferiti,
in modo da accrescere il proprio spirito critico e le proprie conoscenze.
A te è
mai capitato? Quale scrittore hai piantato in asso?
C'è un
romanzo che hai chiuso prima di arrivare alla fine? Perché hai smesso di
leggerlo?