martedì 27 settembre 2011

Vi presento Elisena


Mi troverai nei sogni di mattone
nelle chiese senz’altare
nei campi bruciati
nelle mani  chiuse
nel sudore che bagna
e nel  gioco finito
Mi troverai
dove l’ armonia
non lascia orme
ed  i versi non hanno rime
L’illogicità dell’amore
La mia coerenza
( Elisena - L'antitesi )



Avrei dovuto o potuto intitolare questo post :  
Vi presento Joe Black ,
ma non l'ho fatto perchè ci tengo a presentarvi non soltanto una blogger, ma l'amica, la donna!
Il nick name che ha scelto Elisena per aggirarsi nel web, Joe Black appunto, è stato ispirato dal celebre film e per lei rappresenta la morte che muore per lasciare in vita l'amore.
Elisena e Joe Black, l'animo poetico nella persona pragmatica. La sensibilità, la delicatezza ed anche la forza,  la lotta. La fantasia e la concretezza. Una donna che tiene molto alla sua biancheria intima  (mai scoordinare i pezzi che la compongono...  sue testuali parole!!!), che indossa un nome da uomo e le sta a pennello!!
  Ho incontrato Joe Black navigando nella rete e da subito con Elisena c'è stata una profonda empatia reciproca.   Poesie stonate!!! è il nome del suo blog, dal titolo di una sua poesia che ne rispecchia il contenuto. E ra nato come “La compagnia delle lettere” poiché all’inizio erano in tre: lei, sua sorella Marilena (Nick Amaranta, che ha il suo blog “L’antro della Strega”) e Lorenzo (Nick “Logos nella Nebbia” come il titolo del suo personale blog). 

Non è stato facile scegliere fra le sue tante poesie una che la rappresentasse e parlasse a pieno di lei, poiché l e sue poesie esprimono vita a 360 gradi, traducendo in versi sia l'amore e la passione che il dolore e la morte, l'amicizia e la solitudine, i legami indissolubili con i genitori, le sorelle, il figlio ed anche con la sua città, Roma.  
Non è una dolce romantica, che si lascia tentare dalle facili metafore od immagini idilliache, né scrive arricchendo la realtà di troppi merletti, che, a suo dire, occorrono nelle poesie ma a volte sono solo rammendi che non ricuciono gli strappi.
 Apprezzo molto la sua capacità di entrare nella sofferenza, attraversare tutte quelle

            Sensazioni spiacevoli         

         che  bruciano

         l’ anima

         pungono il cuore

         e annodano 


        ( Elisena -  da  La via della morte )
 
Traspare nelle sue poesie la sua forza nell'accettare il dolore,  anche quando nel cuore abita la rabbia e senso d'impotenza dinanzi alla consapevolezza dell'assenza di una cura,  tuttavia lei riesce  sempre a vederlo nella sua nudità e sacralità.
Naturalmente, quelle che più mi colpiscono sono le sue poesie d'amore, in cui il coinvolgimento emotivo parte dal cuore e arriva alla testa passando attraverso il corpo e scatenando i sensi ed una passione infinita, totalizzante. 
L'amore che è incontro e conoscenza, ricerca e follia, novità ed emozione.  Perdono!
S ono dedicate all'unico grande amore della sua vita, con cui condivide tutti i suoi sogni da 25 anni e di cui continua ad innamorarsi ogni giorno.

Trovo in tutte le sue poesia l'espressione di un amore non come sentimento ma come realtà della vita, esistenza, significato, valore!
Trovo Elisena dove l'amore non è soltanto ideale perfetto, è nelle mani che si incontrano ma a volte anche nei pugni chiusi. Trovarla nei suoi versi è anche trovarmi, come al termine de L'antitesi. Anche per me l'amore si trova ovunque,
nei sogni e nella concretezza, nelle poesie come in ciò che non è meraviglia, perché è parte della vita,  è  la vita e la vita non è logica,
ma ricerca della coerenza...   innanzitutto con se stessi!



L'unica cosa
che non riesco a risparmiare
sono l'emozioni di cui vivo
Non posso nemmeno quantificarle
Si ripetono mutandosi
all'infinito 
scorrendo
nell'universo che gira
E i sentimenti forti, poi,
quelli non hanno interruttore
e non sono mai a basso consumo
L'amore che provo per te
trapelerebbe nel mio sguardo
anche nell'ultimo atto di vita
e se fossi tu stesso ad
uccidermi!


( Elisena - L'amore che provo per te )

Elisena ha risposto ad alcune mie domande e penso siano utili per conoscerla meglio provando a superare la virtualità di cui il web è connotato . Io conservo sempre la speranza che,  attraverso una vera comunicazione in questi luoghi della fantasia e della realtà che sono i nostri blog, si possano  realizzare anche spazi sinceri di incontro capaci di sfociare in rapporti più umani e d'amiciza.


Come è nato il tuo approccio alla poesia? 
Ho sempre avuto il “pallino” di scrivere e non solo poesie. La poetessa che più ho ammirato e sentito a me vicina è Alda Merini. Non è presunzione, credimi Rita, ma quella che lei definisce la sua follia (e c’era anche una patologia) per me è la mia vita, vissuta al simbolo dell’impensabile nell’estremo realismo. La poesia m’aiuta ad esternare ciò che non saprei dipingere, ciò che il suono della mia voce stonerebbe, ciò che ho sempre espresso con il linguaggio del mio corpo (ma qui poi s’entra troppo nel privato), e poi...la poesia è di tutti, ognuno può farla sua, ognuno, rispecchiandoci, può farne una dedica.....

Come nascono le tue poesie?  
Sono input di vita, d’amore, di dolore, di sentimenti reali da esternare, da uccidere o da illudersi, che sopravvivono per sempre.

Hai mai pensato di pubblicare le tue composizioni non solo sul web?
 
Per esser sincera devo dirti che avrei voluto pubblicarle,  ma ciò comporta conoscenze e problemi di soldi, quindi devo dire grazie al Web se scrivendole sono state lette e grazie a quanti mi hanno commentato apprezzandole anche se avrei voluto che giungessero anche le “critiche” negative, ma nei blog, e tu lo sia bene, questo non avviene mai.

Trovi che il web possa essere un giusto canale per parlare di poesia e quanto ti ha permesso di incontrare altre persone con le medesime passioni?
Posso aggiungerti, invece, che il web è un’arma a doppio taglio...sono stata plagiata più volte e per giunta un tizio ha copiato pari pari il mio blog in un’altra lingua, compreso d’immagini!  

Credi nel blog come possibilità di creare incontro e profondità di relazioni?  
I blog creano incontri, ma sono principalmente virtuali e solo pochi poi diventano veri propri rapporti umani e d’amicizia.




lunedì 26 settembre 2011

Grave pericolo: vogliono censurare la rete e la libertà!

Accolgo l'invito che  Web sul blog  ha rivolto per far girare la seguente notizia e anch'io ne condivido il passaparola.







 In questa settimana entra in Parlamento il DDL sulle intercettazioni; un grave pericolo per la libertà del nostro Paese. In questo decreto esiste ancora la "norma ammazza-blog", con il cosiddetto obbligo di rettifica e con multe fino a 12mila euro.


Ecco alcuni link per capire la grave situazione:

Censurare Internet per salvare il premier Tratto da Il Fatto Quotidiano

Censura sul Web: ritorna la norma “ammazza blog” Tratto da Geekissimo Blog

Legge sulle intercettazioni, il Governo propone la norma “ammazza ... Tratto da NanoPress



Il mio non è un blog che si occupa di politica ma qui è in gioco la libertà!!

Se credi nella libertà di espressione e vuoi gridare anche tu
NO alla legge bavaglio

unisciti al coro dei bloggers!!


giovedì 22 settembre 2011

Come posso dire...

Come posso dire se la tua voce è bella.
So soltanto che mi penetra
e mi fa tremare come una foglia
e mi lacera e mi dirompe.

Cosa so della tua pelle e delle tue membra.
Mi scuote soltanto che sono tue,
così che per me non c'è sonno né riposo,
finché non saranno mie.

(Karin Maria Boye )






Karin Maria Boye è  una  poetessa, scrittrice e soprattutto, con le sue opere e con le sue scelte di vita,  una dei pionieri del modernismo svedese. Nata a Göteborg nel 1900, ha iniziato a scrivere da giovanissima, dimostrando da subito di avere una personalità poliedrica e complessa. E’ stata una ribelle alla politica e cultura tradizionale conservatrice,  una donna che ha vissuto tra amore e dolore, suicidandosi all’età di 40 anni con un’overdose di sonniferi.

Leggendo questa poesia si vibra come foglie attraversate da un vento sferzante, un vento che porta il suono di una voce, quella di chi si ama. 
Sono parole che afferrano, trascinano, scuotono, coinvolgono perché traboccano d'emozione, di desiderio e di passione... tutto fuorché la logica e la ragione delle argomentazioni o risposte sapienti, esatte ed obiettive.
L'emozione qui non solo la leggi e la senti, ma la vedi come nasce, come si muove e come si addentra in ogni angolo e lo scompiglia.  
Senti l'attesa che si nutre di desiderio e il desiderio che non si sazia mai.
Mai si placa, perché il desiderio non è fatto per dormire o riposarsi ma per alimentare se stesso e l'amore. E' il motore della vita, che muove, che porta oltre le stelle (desiderio = de- sirio dal latino "mancanza delle stelle"), è la nostalgia che agita e non compiange l'assenza, ma la brama e la cerca  e non per accontentare un bisogno quanto piuttosto per tenerlo sempre acceso.
In questa poesia il desiderio d'amore ha un solo senso che non è il possesso, bensì l'unione, unico traguardo, unica ragione!

La Boye ha sempre dato voce al desiderio, come con queste meravigliose parole...


Il giorno prima non è mai sazio. 
Il miglior giorno è un giorno di sete.




- Cosa pensi del significato profondo di questi ultimi versi? E' così anche per te?
- E quanto in te l'emozione influenza i tuoi processi razionali?



 

domenica 18 settembre 2011

Brivido caldo


- Attento alle necessità finali, sono determinanti !
...
    Mi segue?
- Cosa vuol dire? Faticare molto? Sgobbare?
- No. Poter fare ciò che è necessario.  Tutto ciò che è necessario.


Questo post chiude il sondaggio In quale film ci sono le scene più sensuali? lanciato da me a fine giugno e da allora inserito in bacheca. Approfitto subito per ringraziare chi simpaticamente vi ha partecipato.
Il film più votato in questo piccolo sondaggio è risultato essere “Lezioni di piano”,  proprio il primo da me recensito (qui) fra tutti quelli inseriti in elenco. Al secondo posto è stato indicato “Brivido caldo”, con William Hurt;  Kathleen Turner.
Non sono sorpresa per il risultato di questo classico a metà strada tra erotismo e thriller, un film affascinante, intrigante, torbido e misterioso e così pieno di atmosfere.
Un film caldo, focoso, bollente, che riscalda, accende, appassiona. 
La storia è ambientata in Florida in un’estate afosa e torrida, i titoli di testa scorrono sulle immagini di un incendo, protagonista della prima scena del film, tutti gli interpreti sono sempre ripresi costantemente imperlati di sudore, la fotografia tende prevalentemente ai toni caldi e le battute al riguardo si susseguono copiose in tutto il corso del film, per mantenere sempre alta la temperatura degli spettatori, con lo scopo di portarli a rimanere alla fine quasi senza respiro. 
Ne riporto alcune relative a scene diverse:

  - Io brucio tutto molto in fretta..
*-*-*-*-*
- E secondo te il mio fuoco sarebbe spento? E come fai a dirlo?
*-*-*-*-*
- Se vuoi posso farti compagnia, basta che non parli del caldo!
*-*-*-*-*
- Scotti. Hai la febbre?
- Sì, la mia temperatura normale è più alta di quella degli altri. Ecco perché sono... su di giri.
- Bisognerebbe verificare il motore
- E ovviamente tu hai lo strumento adatto...
*-*-*-*-*
- C’è un gran casino con il caldo che fa, perché la gente si infuoca con un niente. Succede di tutto, ogni momento, da quando è arrivata quest’ondata di caldo. In un’atmosfera di crisi totale la gente si veste stranamente, si sveste, suda, si sveglia stanca e non si regge in piedi… e poi tutto va un po’ di traverso. Tra un po’ la gente se ne infischierà delle regole, le romperà convinta che tanto nessuno interverrà perché questo è un momento d’emergenza. E ha paura!
*-*-*-*-*

Oltre al caldo infernale e all’ardente passione i protagonisti sono Ned Racine, un giovane e rampante avvocato e la bellissima Matty Walker, la moglie trascurata di un ricco uomo d’affari alquanto loschi.  L'attrazione tra i due è da subito irresistibile, la loro relazione clandestina e voluttuosa si tramuta presto in criminale e misteriosa.
Nonostante la vicenda sia poco originale poichè ricalca da vicino “Il postino suona sempre due volte” o i soliti intrighi maledetti a base di passione dove i due amanti decidono di far fuori il marito di lei, la trama è avvincente, ricca di colpi di scena ben architettati da una sapiente sceneggiatura e ottima regia.

 

Il tocco della perfezione è dato dalla colonna sonora, che ha in sé tutta l'atmosfera che poi dona e trasmette al film. Una melodia sensuale e seducente, calda, magica, struggente e romantica, carica di pathos e di desiderio, emozionante, appassionata  ed anche misteriosa e dolorosa, che riesce a creare la suspense e ad esprimere perfettamente quella passione pericolosa che potrebbe portare un uomo ad uccidere per amore.
E' la vera essenza del film,  ciò che rimpiangi allo scorrere dei titoli di coda...  il vero brivido per me...  da riascoltare all'infinito ad occhi chiusi o da utilizzare come sottofondo per creare magiche ed inebrianti atmosfere per serate..  calde.
L'autore è il britannico John Barry,  celebre compositore di tantissime colonne sonore: da King Kong a Proposta indecente, da La lettera scarlatta alla sigla della famosa serie televisa inglese "Attenti a quei due". La sua lunga carriera è costellata anche da 5 premi Oscar,  tra cui quelli per le colonne sonore dei film La mia Africe e Balla coi lupi. John Barry è inoltre famosissimo per essere l'autore dei temi musicali del fantomatico agente segreto James Bond.



La mia personale chiave di lettura del film e di tutta la storia sta in quelle parole che ho scritto in apertura del post. Sono le battute che si scambiano Edmund, il marito di Matty e Ned, quando casualmente si incontrano in un ristorante.
L'attenzione alle necessità finali .
Un requisito così fondamentale per Edmund che però, evidentemente, difetta anche a lui,  poiché non si rende conto di quelle della propria moglie e ne rimane vittima. Lo stesso Ned non è attento alle necessità finali di Matty, che si rivela al termine del giallo una perfida e gelida femme fatale, che in pratica lo ha usato per raggiungere le proprie di finalità, ossia l'ambizione di diventare ricca e andare a vivere in una lontana e calda terra esotica.
Ned non è per nulla attento neanche alle conseguenze di ciò che compie.
Forse perchè per lui la necessità finale è l'amore ed in suo nome è pronto a fare tutto ciò che è necessario. Lui, un avvocato, un uomo di legge è disposto ad uccidere e a mentire ai suoi più intimi amici per poter vivere con la donna che lo ha sedotto annebbiando la sua ragione.
Difatti, la notte dell'omicidio cala una fitta nebbia sui due amanti, ottimo espediente del regista, esplicito più di mille parole.



Ciò che si può rivelare necessario nella vita come nell'amore, non necessariamente parlando di crimini anzi escludendoli,  a volte può essere qualcosa che ci spinge oltre i nostri limiti, oltre il nostro immaginabile e prevedibile; un gesto, una scelta o qualcunque cosa che ci sorprende nel momento in cui la compiamo perchè non ci ritenevamo capaci di tanto. Solo la convinzione nelle proprie finalità e in quelle di chi amiamo può darci una tale forza d'animo e di coraggio.

E tu, ti definiresti una persona capace di fare tutto ciò che è necessario?
Una persona che conosce le proprie necessità finali e ne è attenta?  
Ci sarebbe proprio da chiedersi quanto, nella nostra vita, siamo attenti alle necessità finali non solo nostre ma anche di chi ci è accanto...
Ci rendiamo conto se davvero coincidono? 
E queste necessità sono sempre le stesse o possono cambiare nel corso della vita?


sabato 10 settembre 2011

Montalbano sono!

Bella. E non è solamente bella. Appartiene a quella categoria che dalle nostre parti, una volta, era chiamata di "fimmine di letto".  
Ha un modo di taliarti, un modo di darti la mano, un modo d'accavallare le gambe, che il sangue ti si arrimiscolia. Ti fa capire che sotto o sopra un linzolo, potrebbe pigliare foco come la carta …
  (Andrea Camilleri, da "Come fece Alice" 
– Gli arancini di Montalbano)




E qui capitò che il commissario non arriniscì a staccare più l'occhi. Era veramente beddra, non c'erano santi. Beddra e chiara. Taliandola, si aveva l'impressione di trovarsi a mare aperto, a respirare aria pulita.
E capitò un'altra cosa che gli smosse il sistema. Caterina, persa nella ricerca, tirò fora la punta della lingua e la posò sul labbro superiore. "Gluglugluglu" gli fece il sangue dintra le vene...

  (Andrea Camilleri, da "Il quarto segreto" - La paura di Montalbano)



In bagno aiutò il commissario a levarsi le mutande. Lei si spogliò della camisia. Montalbano evitò accuratamente di taliarla. Ingrid invece era come se si fosse fatta una decina d’anni di matrimonio con lui.
Sotto la doccia, lei l’insaponò. Montalbano non reagiva, gli pareva, e la cosa gli faceva piacere, di essere tornato picciliddro quando mani amorose facevano sul suo corpo lo stesso travaglio. “Noto evidenti segni di risveglio” disse Ingrid ridendo. Montalbano taliò in basso e arrusicò violentemente. I segni erano assai più che evidenti.

(Andrea Camilleri, da La gita a Tindari)










Statua a Salvo Montalbano
nella città di Porto Empedocle
Salvo Montalbano è il noto protagonista di una lunga serie di romanzi e raccolte di racconti di Andrea Camilleri, versatile ed inesauribile scrittore e regista siciliano.
Nella scelta del nome di questo personaggio, l’autore ha voluto omaggiare lo scrittore spagnolo di romanzi gialli Manuel Vazquez Montálban, di cui è stato da sempre un estimatore. 
Il commissario Montalbano è un anticonformista, insofferente alle regole procedurali, energico e testardo, schietto e affidabile, intuitivo e riflessivo, dotato di un’acuta intelligenza e quindi capace di porsi domande per andare oltre i dati disponibili e percepibili, abile nel dedurre e nello scegliere. Un uomo limpido, amante del mare, della lettura, della buona cucina e delle belle donne.









Eterno fidanzato, eterno seduttore ed eternamente sedotto.

In ogni racconto si intrecciano alle vicende investigative delle storie sentimentali o erotiche, poiché sempre sono presenti donne molto sensuali e attraenti ed il commissario ne rimane puntualmente in qualche modo conturbato dalla malia. 
E' un solitario. Vive un’infinita storia d’amore a distanza con la sua Livia, sebbene a volte si dimentichi o di chiamarla al telefono o di eventuali e rari appuntamenti. Le rimane comunque perennemente fedele, reprimendo regolarmente e a volte con rassegnazione i desideri sessuali che in ogni storia si accendono per la protagonista di turno. Al suo fianco c'è Ingrid, che riveste un ruolo importante, "una vera femmina da copertina", "una vera grazia di Dio",  a lei è legato da profonda intimità, un'amicizia molto  particolare, confidenziale e ... maliziosa.

Il suo fiuto investigativo è pari solo a quello con cui riconosce dall'odore le fimmine, come lui le chiama, odore che gli procura come un senso di vertigine. 
La sua sensualità è tutta nel come guarda le donne, attraversandole col suo sguardo da màscolo! Uno sguardo che penetra! Uno sguardo che desidera! Uno sguardo che farebbe sentire qualsiasi donna una fìmmina.
E come lui è calamitato dal sex-appeal femminile, così nessuna rimane insensibile al suo fascino. Tuttavia le sue fantasie anche se intriganti rimangono solo intime: molto coinvolgente, nella seconda citazione, la fine descrizione a tratti poetica ed insieme suggestiva e simpatica di ciò che accade in un uomo attratto da una donna.

Un amore a distanza, come quello tra Salvo e Livia, dove lui ha un livello di testosterone così alto che oltrepassa persino lo scritto, potrebbe resistere anche fuori dai romanzi? Visto che le rimane così tanto fedele, perchè Salvo preferisce la sua libertà ed aspettare l'alba, guardando il mare, seduto da solo sulla sua verandina?

Il duomo di Ragusa - Ibla,
la chiesa di Vigata nella fiction
A Porto Empedocle, città natale di Camilleri vi è una statua dedicata a Salvo Montalbano con tanto di capelli e baffi, perchè è stata realizzata in onore del personaggio letterario.  Per molti il commissario ha invece ormai le sembianze di Luca Zingaretti, che lo ha eccellentemente interpretato nella celebre fiction tv, rendendo questo personaggio molto popolare ed amato.
Le sue indagini si svolgono nell’immaginaria città siciliana di Vigata; le riprese per la serie televisiva sono state effettuate in varie località della Sicilia meridionale, soprattutto nella città e provincia di Ragusa. 


Il terrazzino esterno del castello di Donnafugata
dove Montalbano nella serie tv
incontra il boss Sinagra


   
   La fiction ha il merito di far conoscere alcune zone particolarmente belle  nella loro semplicità come le spiagge di Puntasecca o Donnalucata, o incantevoli paesaggi tipo quello di Modica e soprattutto luoghi dal pregiato valore artistico come il centro storico di Ibla o di Scicli, Noto e Marzamemi nel Siracusano, luoghi che ho avuto la fortuna di visitare recentemente.
Varie puntate sono state girate anche all’interno, nel meraviglioso giardino e nel labirinto della tenuta/castello di Donnafugata, appartenuto al barone Corrado d'Arezzo, il vero “Gattopardo” che ispirò il celebre romanzo a Tomasi di Lampedusa.




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Un saluto che non si dimentica (da "Il birraio di Preston" di A. Camilleri) 

Sicilia la forza della natura

... aver fame (da "il disprezzo" di A. Moravia)








sabato 3 settembre 2011

Mario Benedetti - Perchè sei mia perchè non sei mia

Perché ti possiedo e no
perché ti penso
perché la notte ha gli occhi aperti
perché la notte passa e dico amore

Perché sei venuta a riprendere la tua immagine
e sei migliore di tutte le tue immagini

Perché sei bella dai piedi all'anima
perché sei buona dall'anima a me

Perché ti nascondi dolce nell'orgoglio
piccola e dolce
cuore corazza

Perché sei mia
perché non sei mia
perché ti guardo e muoio
e peggio che muoio
se non ti guardo amore

Se non ti guardo
perché tu sempre esisti dovunque
ma esisti meglio dove ti amo
perché la tua bocca è sangue
e hai freddo
devo amarti amore

devo amarti
anche se questa ferita brucia come due
anche se ti cerco e non ti trovo
e anche se la notte passa
e io ti possiedo
e no.

(Mario Benedetti, da Grazie per il fuoco)

Mario Benedetti è nato nel 1920 a Paso de los Toros da genitori immigrati italiani che gli diedero ben 5 nomi Mario Orlando Hamlet Hardy Brenno; nonostante quest'abbondanza egli è universalmente conosciuto solo col primo. 
Scrittore, poeta, giornalista, la figura più rilevante della letteratura uruguayana della seconda metà del ventesimo secolo. E’ stato anche professore di letteratura all’università di Montevideo prima di essere costretto a lasciare il suo paese per motivi politici nel 1973.  Ha ricevuto numerosi riconoscimenti in tutte le parti del mondo e la sua popolarità è divenuta notevole non solo nelle aree di lingua spagnola. La sua vasta produzione letteraria comprende vari generi: racconti, drammi, romanzi di critica e denuncia politico- sociale e soprattutto poesia. Si è spento a Montevideo appena due anni fa.
Nelle sue opere si riflette  l'esilio politico e la voglia di risentirsi a casa ma anche l’esilio esistenziale. 
Solitudine, nostalgia, morte, amore, bellezza, sradicamento, sono i temi essenziali in Benedetti.
Questi versi sono un toccante e meraviglioso canto d’amore che si innalza nonostante le ferite e le numerose contraddizioni; particolarmente appassionata, intensa eppur lacerante, assurdamente vera, concretamente oltre che poeticamente possibile, quella che apre e chiude la poesia.